QUANTE FIABE IN UNA SOLA!

 

«Pinocchio nella pancia del granchio?»

«No, era nella pancia della balena!»

«Alice nel paese delle stoviglie?»

«Ma figurati, era la solita Alice nel paese delle meraviglie…»

«Il brutto soldatino?»

«Ascolta: uno era il brutto anatroccolo e l’altro il soldatino di piombo!»

«E bla bla bla bla…».

«Senti: se non ti va di ascoltare le fiabe mettiti a dormire. Non continuare a disturbare e soprattutto non inventare quello che non sai. Lascia ascoltare chi ha voglia di ascoltare».

«Che barba, sempre e solo le solite storie; non cambia mai niente. Possibile che i personaggi siano sempre e solo questi?!».

Arturo nella sua stanza con lo sguardo fisso al soffitto, dove ha disegnato magnifiche stelle e pianeti coloratissimi, si sta chiedendo come mai le storie rimangano sempre le stesse. Da decenni ormai tutte le sere sente ripetersi sempre quelle fiabe; prima lette per lui, poi per la sorellina e alla fine per il piccolo fratellino che incuriosito ai piedi del letto lo sta osservando.

I personaggi non cambiano mai. Ogni sera prima di spegnere la luce, ecco la voce di mamma o papà che iniziano a narrare la solita storia, che per lui però è diventata quasi una lagna.

Arturo, che è il più grande dei suoi fratellini, stufo di sentire sempre e solo queste storie; decide di prendere tutti i personaggi: mescolarli assieme, lanciarli in mezzo alle sue stelle, farli navigare sui pianeti più lontani ma coloratissimi e farne infine un grande asteroide fantasmagorico.

Mentre pensa a come organizzare il viaggio per tutti quanti; ecco che all’improvviso appare davanti alla grande finestra un piccolo e buffo personaggio che visto così in penombra sembra un insetto.

Buffo e pure curioso, e non poco! Arturo si avvicina e con grande meraviglia vede che si tratta di un piccolo grillo.

«Ciao, chi sei? Non dirmi che sei arrivato fin qui per aiutarmi a portare tutti gli amici delle fiabe nel mondo delle stelle e dei pianeti!».

«Caro amico Arturo, è da molto tempo che ti seguo e so quanto le fiabe non ti piacciano più: le trovi monotone e ripetitive perché troppe volte le hai ascoltate; ma nello stesso tempo i tuoi amici personaggi sono anche i tuoi compagni d’avventura. Non riesci a staccarti da loro perché ogni storia che abitano è anche un po’ un pezzetto della tua vita».

Arturo ascolta attentamente e quelle parole sono incantevoli come fiocchi di neve in piena estate.

«So qual è il desiderio che gira nel tuo cuore», sentenzia sicuro il Grillo Parlante. «Allora, vuoi provarci insieme a me?», chiede Arturo timidamente.

«Perché no?! Mettiamoci subito all’opera! Per prima cosa andiamo a chiamare tutti i miei amici abitanti delle fiabe e poi domani sera ci ritroviamo qui tutti insieme e…».

Ad Arturo non sembra vero. Il Grillo Parlante in persona è venuto a trovarlo e domani sera saranno tutti qui con lui: Pinocchio, Alice, il Soldatino di piombo, Pollicino, Cappuccetto Rosso e gli altri, poi gli altri ancora; ma adesso bisogna organizzarsi e pensare bene a cosa fare!

Le stelle e i pianeti sono sempre lassù, pieni di colori: tutti in cima al soffitto della stanza. Ogni pianeta è un sogno, ogni stella un desiderio; e così Arturo piano piano si addormenta.

 

Ti senti anche tu come Arturo?

Un grande narratore: Gianni Rodari (1920 – 1980), ha scritto un libro fantastico che, rileggendolo e riscoprendolo, non finirà mai di stupirti. Si intitola Grammatica della fantasia ed è stato tradotto in tantissime lingue in tutto il mondo. Veramente lui fu invitato a suo tempo in una città italiana, per tenere cinque appassionanti conversazioni con alcuni insegnanti; poi una dattilografa paziente aveva trascritto tutti gli incontri che erano stati audio registrati.

Così è nato questo prezioso saggio che il suo autore ha sempre definito un libretto; un «Non so bene che cosa sia, […]» non certo per approssimazione; ma per smisurato desiderio di ricerca continua. Gianni Rodari, tra l’altro, ribadiva una cosa che noi abbiamo preso molto sul serio: «Insisto nel dire che […] il processo creativo è insito nella natura umana ed è quindi, con tutto quel che ne consegue di felicità di esprimersi e di giocare con la fantasia, alla portata di tutti».

Le fiabe di Carde e Burba vive di questa consapevolezza. Alcune favole le abbiamo portate in teatro, organizzando spettacoli nei posti più strambi ed eventuali. Altre sono nate dalle idee dei bambini, altre ancora le abbiamo scritte quando eravamo piccoli; infine ci sono alcune leggende che provengono dalla tradizione popolare. Riconosciamo il contributo di tutti; ma non stiamo troppo a ribadire: «Questa è mia, quella è tua!».

Forse a volte sarà necessaria la presenza di un adulto, non certo per immagini forti o troppo acerbe; ma per alcune parole magari non così comuni. Le abbiamo disseminate apposta qua e là, perché ci piace pensare che gli adulti abbiano ancora voglia e tempo di raccontare le fiabe ai bambini.

Da alcune avventure che càpitano ai grandi che sono stati bambini, nascono altri racconti fantastici. Uno per tutti è Il brutto anatroccolo: l’autore trasformò in una fiaba memorabile situazioni e mentalità dell’epoca a cui apparteneva, metabolizzando esperienze personali.

Senza montarci troppo la testa, crediamo che le fiabe siano patrimonio dell’umanità. Perciò sono di tutti e più fanno il giro del mondo, si mescolano, si scambiano… «Più si pastrugnano!», «Sì Arturo, proprio così!»; e più ne nasceranno di nuove, sempre più belle, sempre più memorabili.

«Ma che fine hanno fatto il Grillo Parlante e tutti i suoi amici? Non dovevano passare di qui stasera!»; «Prova a voltare pagina Arturo. Forse li trovi…».

 

 

Vogliamo ringraziare particolarmente tutti gli amici artisti che hanno voluto giocare con noi, ispirandosi alle fiabe per illustrarle; senza di loro questa appassionante avventura non avrebbe mai preso il volo.

 

Carde e Burba

illustrazione di Clyo Parecchini

 


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