CAPPUSSOROSSO

 

Cappussorosso è una dolce ragazzina, proprio come me! Un giorno la mamma le dice: «Vieni qui che ti metto un po’ d’olio sulla pelle perché rimanga bella umida, il sale per mantenerla ruvida e l’aceto per tenerla in forma!» e infine le ordina: «Ora vai a portare un po’ di frutti alla nonna che si è rotta una zampa»; e Cappussorosso, un po’ di malavoglia: «Va bene, ci andrò…».

«No, ci vai subito!», conclude la mamma che parla di zampa perché la nonna è una cavallettagiraffa.

Intanto Cappussorosso si mette in cammino, per strada intravede un campo di fiori ma non le piace; va ancora un po’ avanti e scorge un bosco di lumache: «Queste vanno più che bene!», e detto fatto, ne raccoglie un cesto pieno a tre quarti. A un certo punto sente qualcosa che si spiaccica sotto il suo piede; ma è la tenera e dolce formichina cattiva che continua a ripetere: «Io sono la tenera e dolce formichina cattiva, io sono la tenera e dolce formichina cattiva…», uffa che noia!

Ecco, adesso la storia si ferma e Cappussorosso si lamenta come tutte le volte che arriviamo qui: «Ma non ci deve essere il grande lupo cattivo a questo punto della storia?».

«No! Chi è la scrittrice qui?», «Sei tu», risponde timida Cappussorosso. «Esatto, sono io. Allora andiamo avanti e facciamola finita!». Ma guarda un po’ chi si crede di essere, come se fosse lei che scrive adesso.

Cappussorosso arriva finalmente dalla nonna: la cavallettagiraffa. Ha una certa fame e allora le mangia la testa; ma il cacciatore, che si impiccia sempre di tutto, tuona rabbioso: «Dove è andata la testa della nonna?!» e Cappussorosso si giustifica così: «Avevo fame e me la sono mangiata per sbaglio».

Il cacciatore, senza aggiungere parola, le fa bere una pozione fatta con la bava delle lumache che Cappussorosso ha raccolto nel bosco; la ragazzina vomita immediatamente la testa e la riappiccica sul collo della nonna.

I capelli di Cappussorosso fioriscono e vanno dal parrucchiere: il Signor Coltello e così ci sono cappussi per tutti, anche per quelli in città. Che bella mangiata, a me i cappussi rossi piacciono troppo!

Questa storia non posso raccontarla troppe volte, altrimenti alla nonna le viene il torcicollo a forza di perdere e rimettere la testa a posto; cosa che io non farò mai, anche se mia mamma continua a ripetermelo.

 

 

Scritta da Alice Ravanelli a otto anni

illustrazione di Omar Fisicaro

 


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